Comunicati Stampa
Raccolta dei comunicati stampa Associativi di maggior rilievo.
Ci sono novità nella procedura di rilascio e rinnovo porto armi: non più versamenti alle ex tesorerie provinciali dello Stato per il costo dei libretti dei porti d’arma mediante bollettini postali ( € 1,27), ma dal 1° gennaio 2024 per il pagamento del costo del libretto dovrà essere utilizzata la modalità del bonifico bancario, il cui IBAN dovrà essere richiesto direttamente alla propria questura o prefettura di competenza.
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E' stato pubblicato in gazzetta ufficiale con entrata in vigore del provvedimento il 10/10/2023 il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti con cui il Governo definisce le zone umide nel seguente modo:
a) zone umide d’importanza internazionale
riconosciute e inserite nell’elenco della Convenzione relativa
alle zone umide d’importanza internazionale, soprattutto
come habitat degli uccelli acquatici, firmata a
Ramsar il 2 febbraio 1971, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;
b) zone umide ricadenti nei siti di interesse
comunitario (SIC) o in zone di protezione speciale (ZPS);
c) zone umide ricadenti all’interno di riserve
naturali e oasi di protezione istituite a livello nazionale e
regionale.
Stabilisce inoltre che:
chiunque, nell’esercizio dell’attività di tiro, nel tempo e nel percorso necessario a recarvisi o a rientrare dopo aver svolto tale attività, detiene munizioni contenenti una concentrazione di piombo, espressa in metallo, uguale o superiore all’1 per cento in peso, all’interno di una zona umida o entro 100 metri dalla stessa è
soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro
20 a euro 300. La sanzione non si applica se il soggetto
dimostra di detenere munizioni di piombo al fine di svolgere attività diverse dall’attività
di tiro.
Ufficio Stampa FIdC Regione Piemonte
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Oggetto: Federcaccia Piemonte incontra il Presidente Regionale Alberto Cirio.
Si è svolto oggi a Torino l'incontro di Federcaccia Piemonte , rappresentata dalla sua Presidenza , e il Presidente della Regione A. Cirio.
Un incontro voluto e richiesto dalla ns. Associazione per consolidare i rapporti con i vertici regionali, esporre e confrontarsi con le problematiche e le istanze del mondo venatorio piemontese sempre e comunque nello spirito di collaborazione intercorso nella corrente legislatura.
Certamente si è sottolineato il cospicuo miglioramento ottenuto nella qualità operativa dell'attuale calendario venatorio e di altre modifiche apportate alla legislazione venatoria regionale.
Nel contempo sono state rinnovate le istanze per un miglioramento di alcuni fondamentali passaggi della L.R. 5/2018, quali la possibilità di caccia sulla neve dei tetraonidi in zona alpi e in particolare in ogni forma del cinghiale su tutto il territorio regionale.
Viene altresì ritenuto necessario l'abrogazione del vincolo di incompatibilità elettiva in seno ai comitati di gestione dei soggetti cacciatori in rappresentanza di organizzazioni agricole, protezione ambientale e enti locali.
Fattore di rilevanza è la necessità che la regione eserciti massimo controllo preventivo in sede di approvazione dei regolamenti emanati dai singoli ATC e CA a variazione del calendario venatorio regionale ufficiale.
Ufficio Stampa Federcaccia Piemonte.
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È partita la caccia ai cacciatori e, come ogni anno, nel giorno dell’apertura ecco che, puntuali come gli esattori dell’ex Equitalia, si fiondano sul territorio quegli individui che dobbiamo chiamare guardie venatorie volontarie e che, solitamente, sono rappresentanti di associazioni ambientaliste anticaccia.
La cosa meno simpatica è che questi signori, armati di divisa e di verbale, si permettono in modo più o meno prepotente di insinuarsi all’interno delle braccate al cinghiale e, con la scusa di voler controllare i documenti dei singoli cacciatori, bloccano di fatto l’azione di caccia.
E’ un fatto gravissimo ciò che è accaduto nella giornata di ieri in quel di Bioglio: parliamo di un territorio falcidiato dai cinghiali, decine sono le richieste di intervento da parte dei cittadini che chiedono a gran voce che la Provincia di Biella ci autorizzi a eseguire “girate” di contenimento che, come tutti ben sappiamo, sono molto meno risolutive rispetto alla braccata che è consentito fare solamente durante il periodo di caccia.
La differenza è semplice: le “girate” vengono fatte con al massimo 12 cacciatori e 3 cani, le braccate con un numero di cani illimitato e la squadra deve avere almeno 25 cacciatori. Ecco perchè con la braccata si hanno risultati migliori.
Tornando all’episodio di ieri 2 figuri, che si sono spacciati per Guardie della Provincia di Biella, hanno interrotto una battuta dove si stavano per catturare una ventina di cinghiali e, fregandosene delle richieste dei cacciatori di posticipare il controllo hanno, penna alla mano, iniziato ad elevare verbali per futili motivi.
Loro sicuramente potranno essere orgogliosi in quanto statisticamente hanno fatto, si fregeranno di aver elevato delle contravvenzioni ma non capiranno mai il danno che hanno provocato alla società, in quanto questi branchi di cinghiali, che potevano essere catturati, ora sono liberi e possono continuare a far danni all’agricoltura e a causare incidenti stradali che, come ricordiamo, a volte sono stati anche mortali.
Mi auguro che ciò non avvenga però, nel malcapitato caso che dovesse accadere un grave incidente causato dal suide, davvero mi chiedo come questi figuri si sentiranno, pensando che solo il loro disgraziato intervento ha scampato la vita a quegli animali.
Nessuno vuole deroghe o favoritismi, i cacciatori sono persone per bene e sono ben felici di esser verificati e controllati dalle forze dell’ordine, ma è ora di finirla con questo modo strafottente di voler imporre il blocco dell’attività venatoria con la scusa del controllo, i documenti possono essere esibiti anche a fine braccata
.Pertanto faccio una richiesta pubblica e ufficiale all’Ente Provincia di Biella, organo deputato a coordinare questi volontari a caccia di cacciatori, chiedo ufficialmente che questi figuri abbiano almeno il rispetto e il coraggio di presentarsi ai cacciatori con correttezza indicando chi sono e non spacciandosi per guardie della Provincia di Biella, dal momento che non lo sono. E mi chiedo come mai nei restanti 270 giorni dell’anno in cui la caccia è chiusa questi signori non si avvistano mai a fare azioni di vigilanza o azioni per l’ambiente, non li abbiamo mai visti fare del contenimento ai cinghiali quando questi diventano un problema della società civile. Come mai, proprio ora, tornano allo scoperto? La risposta è semplice: il loro obiettivo non è fare vigilanza, è solo quello di elevare contravvenzioni durante la caccia ai cacciatori. Ricordiamolo, però, che i cacciatori, gratuitamente, durante tutto l’anno fanno un servizio sociale atto al contenimento e depopolamento della specie cinghiale.
Non siamo dei santi ma esigiamo rispetto e, soprattutto, non vogliamo passare per delinquenti, viviamo la nostra passione con la massima correttezza ma esigiamo anche correttezza nei nostri confronti.
Concludo questo legittimo sfogo ribadendo che da sempre siamo sensibili alle necessità della Provincia di Biella e dell’ATCBI1 per azioni di contenimento ma, se dovessero perdurare queste azioni di disturbo senza nessuna presa di posizione da parte dell’Ente, a malincuore informo che saremo costretti a incrociare le braccia e ad appendere la doppietta al chiodo e magari, nel frattempo, ci toccherà assistere, in sostituzione del nostro intervento, all’uso del sale sulla coda dei cinghiali da parte di questi signori, con l’illusione di fermarli. Forse così, almeno loro, saranno felici di aver adottato un sistema green e poco invasivo, benché inutile. I cittadini, vittime della continua furia dei cinghiali, invece, non credo proprio che apprezzeranno.
Guido DELLAROVERE
Presidente ATC-CABI1
Presidente F.I.D.C REGIONE PIEMONTE
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Le associazioni venatorie riconosciute Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia, e il CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, riunite insieme nella Cabina di Regia del mondo venatorio, tornano a sollecitare il Governo a dare una risposta in merito alle maggiori criticità contenute nel Regolamento sul divieto di piombo nelle zone umide ormai di imminente entrata in vigore. Dopo aver inutilmente atteso un confronto con il precedente esecutivo più volte sollecitato, auspica dall’attuale Governo una maggior attenzione su un tema tutt’altro che secondario per un numero consistente di cittadini italiani.
Il Regolamento 2021/57 della Commissione del 25 gennaio 2021, ha come obiettivo quello di bandire l’utilizzo di munizionamento spezzato a base di piombo all’interno delle Zone Umide. Il regolamento entrerà in vigore a livello nazionale il 15 febbraio 2023 e, purtroppo, la norma presenta ancora diverse problematiche dal punto di vista della sua applicabilità.
Sin dalla sua pubblicazione, le scriventi associazioni, unitamente alle associazioni industriali e sportive, hanno evidenziato ai Ministeri competenti del REACH Help desk Italia le maggiori criticità rilevate nel testo del Regolamento, che potranno creare notevoli problemi applicativi. Le riassumiamo brevemente:
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La definizione di “zone umide” del Regolamento è molto più ampia di quella fornita dalle leggi nazionali esistenti, includendo ad esempio, tutte le torbiere con e senza acqua visibile e potenzialmente coprendo qualsiasi acqua temporaneamente presente sul terreno, a seguito di forti piogge.
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I cacciatori necessitano di indicazioni chiare su come interpretare la norma, al fine di, ad esempio, valutare come trattare piccole aree di acqua temporanea e definire gli elementi costituitivi di una torbiera (compresa la silvicoltura su suolo torboso).
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Un elemento aggravante è che tutte le zone umide hanno una zona cuscinetto fissa di 100 metri. È vietato sparare pallini di piombo all’interno o entro 100 metri dalle zone umide, indipendentemente dalla specie cacciata. Questo può generare problemi enormi, se consideriamo la definizione di “zone umide” appena citata.
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La proposta infine prevede – principio già di per sé gravissimo in un ordinamento democratico – la presunzione di colpevolezza per cacciatori/tiratori, eventualmente risultati in possesso di una cartuccia contenente piombo, anche semplicemente dimenticata per errore in mezzo alle altre, non solo in attività di caccia ma anche solo mentre attraversano una qualsiasi zona ricadente sotto la definizione di “umida”. La proposta, quindi, criminalizza automaticamente i cacciatori (che dovrebbero dimostrare la propria intenzione di non sparare) e tale presunzione di colpevolezza è palesemente contraria ai principi fondamentali del diritto, prevedendo anche sanzioni di tipo penale.
Sebbene il regolamento sia direttamente applicabile e non necessiti di una trasposizione a livello nazionale, come già ricordato le associazioni del settore hanno segnalato da oltre un anno e mezzo, e quindi anche al precedente Governo, la necessità di organizzare un tavolo di lavoro con le istituzioni competenti (con capofila il MITE), per approfondire l’esecuzione nazionale della normativa e superare le criticità delle sue prescrizioni.
Le scriventi associazioni confidano che il Governo abbia compreso i rischi di tipo applicativo del Regolamento e chiedono ai Ministeri competenti di intervenire prima del 15 febbraio p.v. con un provvedimento che affronti e risolva i punti critici legati alla trasposizione della normativa europea sul divieto di piombo nelle zone umide, per garantire una sua corretta e non inutilmente punitiva esecuzione nazionale a tutela degli interessi dei cacciatori, senza che per questo venga meno lo spirito di salvaguardia ambientale che dovrebbe essere alla base della norma.
La Cabina di Regia resta in attesa di un sollecito e non più rimandabile confronto col Governo, offrendo come sempre la massima collaborazione per la migliore e non pregiudiziale soluzione del problema.
GIORGIO RONDANO, FEDERCACCIA PIEMONTE
Dal Nord al Sud della nostra penisola, continua il viaggio esplorativo e conoscitivo della realtà Federcaccia. E questa volta facciamo tappa in Piemonte, precisamente a Camino, in provincia di Alessandria, per una piacevole chiacchierata con il presidente regionale Giorgio Rondano. Tra i temi affrontati, le tradizioni venatorie della sua regione, la gestione e il ruolo che oggi, più che mai, ricoprono i cacciatori a tutela della biodiversità.
Da quanto tempo è presidente regionale Federcaccia? È il suo primo ruolo in ambito Fidc o ha ricoperto altre cariche in un recente passato? Da dove nasce il suo interesse per le “questioni venatorie”? Non mi riferisco solo all’ambito prettamente istituzionale.
“Ricopro la carica di presidente regionale Federcaccia del Piemonte dall’aprile 2019. Ho iniziato in Federcaccia alla fine degli anni ’80 come consigliere della Sezione comunale di Casale Monferrato (Al), poi sono stato consigliere della Sezione provinciale di Alessandria ed infine segretario della stessa. Ho iniziato ad appassionarmi alla caccia in giovane età, quando, non ancora in possesso della licenza, seguivo mio nonno e mio padre durante le battute di caccia. Oggi caccio principalmente con il cane da ferma e pratico la caccia di selezione al capriolo e cinghiale e dal mio primo porto d’armi sono tesserato Federcaccia”.
Quali sono le tradizioni di caccia “regine” del territorio piemontese e quanto sono cambiate rispetto a un tempo? Si può affermare che sono ancora fortemente radicate?
“La tradizione di caccia in Piemonte è basata principalmente alla stanziale. La lepre in primis, fagiano, pernici e starne per le zone in pianura, mentre per la Zona Alpi la fauna e avifauna tipica alpina costituiscono da sempre una inimitabile forma di caccia per pregio e caratteristiche del territorio”.
Come vive il suo doppio ruolo di massimo rappresentate regionale dei federcacciatori e di sindaco di Camino (Al)? Essere sindaco l’aiuta nel rapportarsi alle altre Istituzioni collegate alla caccia?
“Il doppio ruolo di sindaco del Comune di Camino in provincia di Alessandria e di presidente regionale Federcaccia per il Piemonte hanno in comune l’essere prossimi ai cittadini/cacciatori. Ambedue i ruoli devono confrontarsi con i continui mutamenti demografici, climatici, economici e, non per ultimo, sanitari come in questo ultimo anno e mezzo”.
In molte parti d’Italia, Piemonte compreso, la diffusione del cinghiale sta creando molti disagi. Il 14 maggio scorso la Regione ha recepito la sentenza della Corte costituzionale e ha allargato il novero dei soggetti accreditati. Un buon segnale.
“Occorre una revisione, una semplificazione e una maggiore organizzazione dell’attività di prelievo del cinghiale su linee guida condivise per tutte le province, che favoriscano maggiormente la caccia programmata. Quella sentenza a cui si riferisce, riguarda il controllo della specie in cui i nostri associati intervengono come soggetti attuatori se posseggono i requisiti richiesti, che è attività del tutto diversa dalla caccia regolamentata e limitata come da calendario venatorio. La caccia è sicuramente un’attività sostenibile a salvaguardia delle biodiversità e degli equilibri ambientali ed il cacciatore rappresenta sicuramente un’utilità sociale”.
La salvaguardia della biodiversità è ormai compito precipuo anche del cacciatore, come ci ha appena detto. Nelle risaie piemontesi sembra che l’ibis sacro, animale non certo autoctono, stia creando gravi danni alle altre specie. Qual è la posizione della Fidc Piemonte e, in caso venisse richiesto, sareste disponibili a collaborare per limitare il fenomeno?
“Il ruolo decisionale su come e in che forma intervenire su qualsiasi specie problematica spetta per competenza agli organi provinciali su indicazioni dell’Ispra. Federcaccia è, come sempre, a disposizione nel fornire la necessaria assistenza ai propri associati durante le necessarie operazioni di controllo faunistico. Un problema sentito non solo in Piemonte ma in tutta Italia, che continua ad essere oggetto di discussione e di diatribe tra chi questi animali li vuole controllare e chi invece li vuole proteggere, pensando che l’ambiente sia rimasto quello delle foreste neolitiche.
Purtroppo l’uomo ha trasformato l’ambiente distruggendo e modificando la vegetazione naturale di intere regioni e solo grazie alla passione venatoria di nobili cacciatori – in Piemonte ricordiamo i Gonzaga e i Savoia – che alcuni ambienti sono rimasti pressoché inalterati. La gestione oculata fatta dal mondo venatorio ed in particolare da Federcaccia, da sempre ha permesso di governare in modo sostenibile la fauna selvatica, sia quella cacciabile che quella protetta, ma un mondo animalista integralista ha mutato gli equilibri: invece di inseguire i veri obbiettivi per migliorare l’ambiente ha riversato sui cacciatori tutte le sue forze, trovando nel mondo venatorio il capro espiatorio di tutti i mali dell’ambiente”.
Un intervento in coltivazioni di pregio come le risaie comporta una collaborazione con gli agricoltori. Come sono i rapporti con il mondo agricolo?
“I rapporti con il mondo agricolo sono generalmente buoni, potrebbero essere maggiormente incentivati disponendo di una legislazione per il controllo più moderna e flessibile, per aver modo di rispondere al meglio alle esigenze del loro settore”.
Tra le iniziative di volontariato che portate avanti quali annoverate? E tra le campagne di sensibilizzazione? Mi riferisco ad esempio a quella condotta tra i mesi di maggio e giugno per la tutela dei piccoli di capriolo. Ci sono appuntamenti fieristici, sagre, eventi che rappresentano un vanto per il Piemonte venatorio?
“Federcaccia Piemonte tramite le sue Sezioni comunali articola diverse attività di volontariato come giornate ecologiche, ripristino e mantenimento dei percorsi sul territorio, assistenza alla fauna selvatica in caso di difficoltà. Le campagne sono seguite e pubblicizzate tramite i canali web e social associativi regionali. Ad esclusione delle manifestazioni svolte alla Reggia di Venaria, non ci sono eventi di rilievo riguardanti la caccia in regione”.
Tratto da “Viaggio attraverso il Piemonte venatorio”, di Francesca Domenichini, Caccia & Tiro 7/2021.
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ATTENZIONE dalla data della seguente comunicazione si può esercitare la caccia a : cinghiale, capriolo, cervo, cornacchia nera, cornacchia grigia, gazza, volpe, minilepre.... anche uscendo dal proprio comune di residenza nei A.T.C / C.A. dove si è ritirato il tesserino (fatto questo che determina e certifica la residenza venatoria), o nell'azienda Azienda Faunistica dove si ha ammissione. Naturalmente chi ha ritirato il tesserino altrove può ad esempio cacciare in squadra se si trova in battuta nel territorio del comune di sua normale residenza come già disposto dalle norme tutt'ora vigenti in area arancione. La disposizione, come sopra, ha immediata efficacia.
Lettera aperta al Presidente Regione Piemonte Dott. Alberto Cirio.
In attesa che il TAR ponga chiarimento e posizione sulla vicenda ripresa da La Stampa , alcune considerazioni generali sull'argomento.
https://www.lastampa.it/…/la-caccia-al-cinghiale-spacca-il-…
Ufficio Stampa FIdC Piemonte
Come in precedente comunicato preavvisato, la Regione ha disposto il riavvio della Caccia di Selezione nel rispetto della vigente normativa in tema di contenimento covid-19, in particolare,senza il contatto diretto fra le persone e mantenendo il distanziamento sociale.
Nello specifico ha autorizzato la Selezione al Cinghiale a partire dal 16 maggio 2020, rinviando a successiva deliberazione l’approvazione del calendario venatorio generale 2020-2021.
Per Capriolo e altre specie si dovranno attendere i necessari successivi atti autorizzativi e relativi piani di prelievo.
Viene altresì prorogato il termine finale di presentazione delle domande di nuova ammissione o di ulteriore ammissione a ATC e CA al 30 giugno 2020.
Torino 14 maggio 2020
Alle sedi provinciali FIdC Piemonte.
p.c. Associati mezzo web e social ufficiali:
web http://www.federcacciapiemonte.it https://www.facebook.com/federazionedellacacciaregionepiemonte/
https://www.facebook.com/groups/federazionedellacacciaregionepiemonte/
https://twitter.com/PiemonteRegione
Per opportuna conoscenza e informazione una analisi semplificata delle attuali disposizioni al momento consolidate.
- Con una nota esplicativa di inizio mese la Regione Piemonte ha confermato che le attività di Addestramento Cani nelle Aree Autorizzate a le attività di Censimento di Fauna Selvatica all'interno del territorio regionale sono consentite. Questa è stata una conseguenza della scadenza di efficacia del precedente DPCM Ministeriale a partire dalla data del 4 corrente mese, a cui la Regione non ha posto limitazioni consentendo di fatto tali attività. Ora, con determinazione dirigenziale del 7 maggio https://confagriasti.it/…/20…/05/DD-A17-256-del-7.5.2020.pdf , la stessa Regione ha formalizzato con una determina dirigenziale la revoca delle precedenti disposizioni regionali poste a suo tempo a blocco di Addestramento Cani, Censimenti e Caccia di Selezione. Quest'ultima, per essere riattivata, dovrà attendere un successivo provvedimento della Giunta regionale ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale 5/2018 come specificato nella determina sopra citata che, salvo avverso andamento della pandemia nel territorio regionale, potrà nel breve prossimo periodo essere emanato e consentire così l'avvio della stagione venatoria 2020/2021. Ricordiamo che le conferme di ammissioni ad ambiti e comprensori sono scadute al 30 aprile, ma si potrà come sempre produrre domanda di nuova e/o di ulteriore ammissione entro il termine perentorio del 15 maggio corrispondendo lo stesso importo fissato inizialmente, previa successiva accettazione della stessa da parte dei comitati di gestione secondo vigente normativa. Successivamente, ancora per accedere all'attività, è possibile inoltrare domanda di ammissione come Stagionale secondo le disposizioni e importi determinati dai singoli A.T.C e C.A. Va tenuto presente che quest'ultima forma non prevede la riconferma automatica di ammissione alla successiva stagione. I porto armi in scadenza tra il 31 gennaio 2020 e il 31 luglio 2020, conservano la loro validità fino a fine ottobre corrente anno. Si informa altresì che ogni atto utile di carattere tecnico e legislativo per il ripristino dell'attività venatoria compatibilmente le limitazioni Covid-19, è stato prodotto e trasmesso da FIdC Piemonte ai competenti uffici Regionali. Come caratteristica e inderogabile qualità della Ns. Associazione , invitiamo l'intera struttura associativa di dare massima diffusione locale a queste info per fornire a TUTTI le corrette conoscenze e aggiornamenti loro dovuti.
Ufficio Stampa Federcaccia Piemonte
Torino li, 18 aprile 2020
Riceviamo e leggiamo nei social commenti e richieste di intervento miranti ad ottenere una ulteriore proroga dei pagamenti delle quote di ammissione ai rispettivi A.T.C e CA.
Se pur vero che simile iniziativa sia risultata necessaria e quindi supportata da Federcaccia Piemonte nella ormai precedente prima fase di sviluppo della pandemia in atto, ora crediamo necessario e prioritario concentrare i propri sforzi per riattivare il settore se pur in regime dei vincoli sanitari causati e dovuti da Covid-19.
Se in precedenza era necessario dare modo di affrontare urgenze di carattere amministrativo, di vedere assestate in parte le difficoltà di regime funzionali del vivere sociale, ora consideriamo vitale un ripristino dell'attività se pur in regime condizionato in presenza della pandemia in atto.
Riteniamo che ciò sia possibile adottando provvedimenti e precauzioni sanitarie sia nel disbrigo delle procedure amministrative dovute, sia per quanto le modalità pratiche di esercizio stesse della Caccia.
Riteniamo altresì di dare massima priorità all'azione di ripristino dell'attività per evitare un suo pericoloso collasso, e quindi a cascata pesanti e difficilmente reversibili ripercussioni sull'intero sistema economico, organizzativo e di funzione ambientale che ruota attorno ad esso.
Riteniamo altresì importantissimo superare psicologicamente le difficoltà in essere, se pur condizionando ma non annullando per quanto possibile il nostro modo di vivere e la nostra passione.
Ufficio Stampa FIdC Piemonte
Torino li, 19 marzo 2020
Alcuni giorni fa il Tavolo “Animali e ambiente”, costituito da varie associazioni che hanno come propria finalità l’abolizione della caccia (LAC, LAV, ENPA e altre), ha dichiarato sul proprio sito e informato la politica Regionale circa la propria contrarietà alla proposta di modifica della legge sulla caccia piemontese, con particolare riferimento alla parte in cui equipara la Regione Piemonte alle altre regioni italiane, riammettendo alla caccia 15 specie che il precedente governo regionale aveva escluso addirittura per legge. Un diritto, quello dei cacciatori piemontesi, calpestato da decenni, che oggi può finalmente essere riconosciuto, portando con sé tutti i vantaggi del coinvolgimento dei cacciatori nelle attività di monitoraggio e conservazione ambientale. Non ci sorprende ovviamente la posizione del Tavolo, costituito da sigle ideologicamente anticaccia, ma ci ha sconcertato invece quanto prodotto dal Gruppo Piemontese Studi Ornitologici (GPSO), insieme all’Associazione Naturalistica Piemontese (ANP), che hanno pubblicato sul sito GPSO (per chi volesse leggerlo http://www.gpso.it/2020/03/documento-di-gpso-e-anp-su-modifiche-proposte-alla-l-r-19-giungno-2018-n-5-tutela-della-fauna-e-gestione-faunistico-venatoria/) un documento in cui si dichiarano contrari alla riforma legislativa di equiparazione del Piemonte alle altre regioni italiane. Questo documento, piuttosto povero in relazione al numero di specie trattate, analizza con criteri sorprendentemente impropri e con numerose omissioni, lo stato delle specie oggetto della modifica. Federcaccia Piemonte pubblica oggi le risposte tecniche dell’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali di Federcaccia Nazionale, da pochi giorni inviate a tutti i Consiglieri Regionali Piemontesi. I documenti sono due, uno di analisi del documento GPSO-ANP, e l’altro di esposizione delle fonti internazionali e nazionali sullo stato delle specie, con relativa bibliografia citata. Federcaccia Piemonte, insieme agli Uffici Nazionali, supporterà con numeri, fonti scientifiche e classificazioni ufficiali il diritto dei cacciatori piemontesi a prelevare le stesse specie cacciabili nel resto d’Italia.
Federcaccia Piemonte
Documenti prodotti con la collaborazione di
Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali
Federazione Italiana della Caccia
cliccare sui successivi link per visualizzare i PDF dei documenti prodotti.
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Torino li, 14 marzo 2020
Torino li, 13 marzo 2020
Torino li, 12 marzo 2020
Torino li, 22 febbraio 2020
Torino li, 31 gennaio 2020
Torino li, 17 dicembre 2019